jazz projects

duets, trios and more

Le collaborazioni, nel jazz, a volte capitano sulla base della richiesta di un club o di un organizzatore, altre sono il risultato di una intuizione artistica, un progetto specifico, più spesso è la voglia di suonare insieme che si condivide fra persone che si stimano o sono legate da rapporti di amicizia.

Il jazz è una conversazione aperta fra persone, un flusso di connessioni attraverso il quale passano dialoghi impossibili da esprimere con le parole.

Sappiamo che la prima forma di espressione dell’uomo è stato il canto e, che sia emesso attraverso la vocalità o attraverso uno strumento musicale, è probabilmente a quel modo ancestrale di comunicare, che la musica riporta ogni volta chi è in grado di lasciarsi dire le cose dalla purezza del suono.

Per questo quel rapporto speciale con l’invenzione istantanea che è caratteristica primaria del jazz ha bisogno di un rapporto speciale di complicità fra i musicisti e fra costoro e il pubblico, per tessere quella trama di suoni, emozioni, senso e significato che si fa e si disperde in una serata di musica o di musica e parole.

Jazz projects

Cinquant’anni dalle prime esibizioni come musicista, sono quelli che festeggio nel 2024, ed ecco i progetti e le persone con cui più spesso amo tessere quelle trame, anche se tante altre, non progettate e spesso con persone appena conosciute sono le magnifiche conversazioni possibili.

 

Per il 2024 mi propongo

  • in versione “da camera”, nel duo 10st Rings (Ten Strings) con il giovanissimo bassista Moussa Buonaventura;
  • in diverse versioni di power trio, acustico o elettrico, chiamate Compact Jazz Units o CJUs (si legge cì-iu che, peraltro, in calabrese significa trio);
  • con gli spettacoli della serie “Beatitudes” scritti insieme all’attore e regista Giovanni Bonacci;
  • oltre a continuare la oramai quinquennale collaborazione con Bruce Ditmas nelle sue large band.