dialogare con gli elettori

(Ri-) Presentarsi al dialogo con gli elettori

Identità e ruolo politico

(Ri-) Presentarsi al  dialogo con gli elettori

Se devo parlare con qualcuno sarà bene che lo faccia nella sua lingua, invece di pretendere che lui impari la mia: 7908507064_e2afe20138_ocercare il modo migliore per essere compresi è la prima forma di rispetto per chi ci ascolta, o ci ascolterebbe, se solo ne offrissimo l’occasione.

Chi ha qualcosa da dire dovrebbe sempre fare il primo passo.

Stanno per arrivare le elezioni e quello che si continua a vedere in giro mostra già chiaramente il motivo per cui saranno sempre di meno coloro che faranno lo sforzo di andare a votare.

Perché, va chiarito immediatamente, il rapporto con i militanti e con coloro che incontrate nei circoli e nei comizi e che si occupano attentamente di politica, NON è il rapporto con gli elettori: quello è quotidiano, questo è tutto da costruire.

Il dialogo con gli elettori non militanti, a ben guardare, continua a essere inesistente, quando non escludente, considerato il linguaggio che viene utilizzato nella gran parte dei casi.

Come è possibile chiedere di essere riconosciuti come persone che potranno dare un apporto effettivo al miglioramento delle condizioni di vita di tutti, quando si sottopone all’attenzione degli elettori una identità sfocata, spesso sovrapposta con quella del partito e gravata dai pregiudizi su quest’ultimo?

Quanti voteranno per un candidato di cui a malapena conoscono la faccia e il nome stampato su un volantino o su un biglietto da visita?

Quanti davvero leggeranno i volantini che darete loro e quanti invece, a essere gentili, si fermeranno al titolo?

Il modo di condurre un corretto dialogo fra candidato e elettori è cambiato e, se non si vuole rimanere murati dentro la propria parrocchietta, a strappare ogni singolo voto al proprio compagno di lista, senza mai aggiungere nulla di nuovo, è indispensabile concepire una maniera per giungere a essere ascoltati, quantomeno.

Essere riconosciuti e apprezzati è un obiettivo ancora più ambizioso e per il quale sarà necessario impegnarsi, almeno per il paio di mesi scarso che ci separa dal voto.

Se pensate di fare sul serio, la possibilità è questa, modulabile secondo le vostre esigenze:

  1. una formazione della durata di due giornate o quattro mezze (sedici ore totali) sugli elementi base della definizione della propria identità pubblica, disponibile per aule da uno a venti partecipanti, come formazione o come seminario, oltre questo numero:
    • Dalla lettura delle esperienze di maggiore successo all’analisi delle proprie caratteristiche.
    • Qual è la differenza fra chi sono e il ruolo di personaggio pubblico che ricopro o dovrei ricoprire?
    • Cosa vorrei che si dicesse di me?
    • Cosa se ne dice?
    • Quali sono i fattori più visibili?
    • Qual è la parola che mi appartiene nella testa delle persone che mi circondano?
    • E in quella di chi non mi conosce direttamente?
    • Cosa posso fare per correggere una opinione sbagliata o preconcetta?
    • Come posso lavorare su questi elementi e rimanere una persona vera, non un personaggio artefatto, un pupazzo a scopo elettorale?
  2. Un coaching minimo, individuale o di gruppo (max 10 partecipanti), articolato in tre interventi da due ore ognuno, con l’obiettivo di accompagnare il candidato all’attivazione di quanto appreso, attraverso le fasi analitiche e operative.

Le due parti sono anche acquistabili separatamente.


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